di Raffaele Mosca
Giuseppe Coppola della Cantina Coppola 1489
Raccontateci meglio la vostra realtà
La storia della nostra azienda è strettamente legata a quella della famiglia Coppola ed ha origini nel 1489. In quell’anno, Orsino Coppola sposò Laura Cuti nobildonna gallipolina che portò in dote il vigneto
Li Cuti, in agro di Sannicola. Ancora oggi è di proprietà della famiglia ed è alla 16esima generazione di viticoltori. La famiglia da oltre cinquant’anni è impegnata nello sviluppo del settore enoturistico.
Immersa in un polmone verde, tra vigneti, ulivi e un giardino botanico con oltre cento specie arboree,
la Cantina nella sua nuovissima sede inaugurata lo scorso luglio, sorge all’interno della “Tenuta Patitari Torre Sabea” di proprietà dell’Azienda di Giuseppe, Lucio e Nanni Coppola, Esattamente al centro tra
i due villaggi di proprietà, il Camping La Masseria e il Camping la vecchia Torre.
L’azienda aveva intuito le potenzialità del settore enoturistico già nel lontano 1967 quando all’ingresso del Camping La Vecchia Torre, primo campeggio del Salento, fondato dal nonno dei titolari, sull’insegna si leggeva Organizzazione turistica dell’azienda agricola Ing. Niccolò Coppola.
Negli ultimi decenni si è lavorato per implementare ulteriormente questo tipo di turismo e fornire
ad una fetta di viaggiatori sempre più esigente un servizio qualificato. Nel 2012 la Niccolò Coppola s.r.l.
è stata inserita nell’albo nazionale delle aziende storiche d’Italia ed è stata insignita del Premio Nazionale “Di padre in figlio.
Il gusto di fare impresa” promosso dalle Camere di Commercio di Milano e di Monza. Siamo rimasti
gli unici a produrre e imbottigliare la DOC ALEZIO, piccola denominazione di negroamaro (delle zone
di Gallipoli, Alezio, Tuglie e Sannicola) al cui disciplinare ha dato un fondamentale contributo mio padre, l’enologo Carlo Antonio Coppola.
La linea aziendale è da sempre caratterizzata da un forte legame tra tradizione e innovazione
e da un profondo rispetto per l’ambiente. Si pratica da sempre un’agricoltura tradizionale, ecosostenibile, attenta allo sviluppo naturale della pianta e a salvaguardare le sue peculiarità.
Tutte le vigne sono coltivate vicinissime al mare Jonio da cui ricevono l’influsso benefico che si traduce
in una spiccata freschezza e sapidità dei vini prodotti. Il vigneto “LI Cuti” è un CRU, un vigneto chiuso coltivato a vigna dal 1489.
Le Tenute sono ubicate nel raggio di 5 chilometri dal complesso enologico dove avviene lo stoccaggio
e l’intero processo produttivo fino all’imbottigliamento e l’affinamento.
Tra le innovazioni di maggior successo: l’introduzione in Puglia del Vermentino negli anni ‘80, quando Carlo Coppola ha realizzato l’impianto nella tenuta Santo Stefano, affacciata sul mare, a seguito
di uno studio condotto con l’Istituto enologico di Conegliano Veneto. Grandi soddisfazioni sono arrivate poi con la vinificazione in bianco del Negroamaro con il Rocci, IGT Puglia, in assoluto il primo Negroamaro vinificato in bianco di cui quest’anno celebriamo i 20 anni con un’etichetta celebrativa
e l’utilizzo di uno speciale tappo realizzato con canna da zucchero e plastiche raccolte dagli oceani.
Sette anni fa è partita l’avventura dello spumante Metodo Classico da negroamaro vinificato in bianco, millesimato in versione brut e dosaggio zero. Primo spumante metodo classico da negroamaro vinificato in bianco sul mercato.
Il vostro Alezio Rosato Li Cuti si è posizionato 3o in classifica ed è, peraltro, uno dei vini con il miglior rapporto qualità-prezzo di 100 Best Italian Rosé. Qual è il segreto per produrre un vino così buono
a una cifra così abbordabile.
Non ci sono segreti. Ma solo dedizione giornaliera ed amore per il proprio lavoro. Dedizione giornaliera perché un buon vino si inizia a produrlo in campagna. Sui ceppi curati con attenzione, giornalmente.
Ed è quello che noi facciamo nella Tenuta Li Cuti.
Quali sono i mercati di riferimento per questo vino?
La nostra azienda è situata a Gallipoli. Sul mare. In un territorio particolarmente vocato al turismo.
Il nostro lavoro è prevalentemente rivolto all’accoglienza in cantina e quindi il nostro principale mercato
di riferimento è il consumatore finale. Da fidelizzare per renderlo un cliente abituale qualunque sia la sua residenza. In Italia, per esempio, consegniamo 24 bottiglie senza spese di spedizione.
Ovviamente distribuiamo il prodotto anche nella ristorazione locale. Abbiamo clienti nel settore
della ristorazione anche in altre regioni e ci stiamo affacciando gradualmente al mercato estero.
In particolare mercati europei di nicchia che si mostrano sempre più attenti a piccole produzioni
di qualità. Vini che rispecchiano e rispettano i territori in cui nascono e hanno quindi un forte carattere identitario.
Cosa rappresenta questo premio per voi?
Siamo rimasti gli unici produttori della Doc Alezio, fortemente voluto dall’enologo Carlo Antonio Coppola nel 1983. Il premio ci riempie di gioia e soddisfazione. E rappresenta soprattutto uno stimolo molto forte a proseguire con determinazione ed impegno.
La Puglia è uno dei territori storici del rosato in Italia, ma non sempre riesce ad ottenere l’attenzione che meriterebbe. Quale percorso bisognerebbe intraprendere, a vostro dire, per rafforzare l’immagine dei rosati pugliese (e salentini più in particolari)
Ai turisti che visitano la Cantina dico che “il rosato è del Salento, tutte le altre sono imitazioni”.
Lo dico con il sorriso, e quindi sembra quasi una battuta, ma è la sacrosanta verità.
Credo che se tutti i vignaioli Salentini avessero un po’ meno complessi di inferiorità e più orgoglio
per le proprie tradizioni, potremmo creare un prodotto unico.
Un prodotto universalmente riconoscibile, dal colore inimitabile e dai profumi inebrianti.
Progetti per il futuro?
Scalare ancora la classifica di 100 Best Italian Rosé.